Risorgimento Turbigo
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Attraversamento del Ticino

Gli Avvenimenti
ATTRAVERSAMENTO DEL TICINO
Per effetto della vittoria di Palestro, il 1 giugno, tre corpi d’armata francesi occuparono Novara. La presenza della guardia imperiale anticipava l’arrivo di Napoleone III nella cittadina piemontese. Gli austriaci nel frattempo avevano ripassato con celerità, in ritirata, quel fiume Ticino che solo qualche settimana prima, avevano superato con slancio, per invadere il Piemonte. Ora era evidente che il nuovo teatro di guerra, era la sola Lombardia. Le truppe francesi della divisione Camou, giunsero a Galliate, sul Ticino, il giorno 2 giugno, per costruirvi un ponte di barche. L’attendismo di Napoleone III, unito all’incapacità fisica, di rilevare la presenza del nemico sulla sponda opposta del fiume, imponeva, a tutte le operazioni francesi, una estrema lentezza. La notte tra il 2 e 3 giugno 1859, un cittadino di Turbigo, il dottor Brumatti, “uomo colto di lingue e già per l’innanzi addetto al servizio militare”[4],mosso da animo patriottico e dalla consapevolezza di quanto già successo mezzo secolo prima (il paese fu completamente bruciato e distrutto dai combattimenti fra francesi e austriaci), decise di attraversare da solo il Ticino, per consegnarsi in mano francese. Il tenente Lavigne che lo aveva preso in custodia lo consegnò al comandante Laval. Quest’ultimo ricordò al dottor Brumatti che la legge marziale incombeva su di lui, ma quest’ultimo, da vecchio soldato rispose: “vengo per non farvi sciupare polvere e piombo”[4]. Il capitano lo condusse nella tenda del generale di brigata Maneque, che lo fece sottostare, prima di ascoltarlo direttamente, ad un regolare interrogatorio. Il generale poi, si fece convincere! Turbigo era privo di difesa, non vi era che uno sparuto contingente di austriaci ad occuparlo quella notte. Se si conquistava immediatamente Turbigo, il paese poteva diventare, una formidabile ed inaspettata testa di ponte, per contrastare il nemico sul suo stesso terreno, già a partire dal giorno seguente. Il Brumatti, con il suo francese, convinse anche il generale comandante della seconda divisione Camou, che diede l’ordine di marcia immediata per  800 uomini, con 2 cannoni. I soldati avvolsero, fucili, spade e baionette in pezzi di stoffa, per attutire la rumorosità dello “sbatter d’armi” e soprattutto, per non perdere l’efficacia della sorpresa. Passarono velocemente sul ponte di barche, ancora in fase di costruzione e guidati dal dottor Brumatti, percorsero quella stessa strada (ce ne era una sola) che le truppe di Napoleone I, nel 1800, difesero strenuamente per una intera giornata, difendendo la vita del loro stesso primo console. E’ estremamente suggestivo pensare che forse, fra quelle centinaia di soldati francesi, che marciavano celermente, in quella notte scura, ci fossero, pronipoti e/o parenti, di qualche soldato caduto proprio li, in quello stesso luogo, dove ora loro stavano passando, solo 59 anni prima. Giunti in prossimità del ponte sul Naviglio grande, al dottor Brumatti fu chiesto, a rischio della vita,  se il ponte era ancora percorribile. Prendere Turbigo era importante, ma a nulla serviva se il ponte sul Naviglio Grande non fosse stato percorribile. L’affermazione positiva del Brumatti, fu velocemente verificata da una pattuglia al ritorno dalla ricognizione. L’avventura di eroe per una notte del Brumatti si era conclusa positivamente, la sua vita era salva e il suo gesto stava dando vita ad una nuova nazione. Alle ore 23 del 2 giugno 1859, i francesi passarono il ponte ed occuparono le prime case di Turbigo. L’atto di valore di una sola persona, permise effettivamente che non si ripetesse quanto accaduto anni prima. Salvando il proprio villaggio, il Brumatti salvò quel giorno anche la vita di numerosi soldati, vita che comunque  questi ultimi, dovettero rimettere in gioco solo qualche ora più tardi. L’occupazione nella notte di Turbigo scosse l’intero fronte e convinse Napoleone III a dirigersi verso questa nuova conquista inaspettata, unitamente a Mac-Mahon. Invitò Vittorio Emanuele II a raggiungerlo. A Turbigo, il giorno 3 giugno 1859, si tenne così, un improvvisato ma decisivo gabinetto di guerra che con la famosa “divisione dei compiti”, pose le basi decisive per le successive vittorie degli alleati franco-sardi, permettendo loro di entrare vittoriosamente in Milano il giorno 8 giugno 1859.
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